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News/EventiFare i conti con il “deficit di natura”

Fare i conti con il “deficit di natura”

Ritornare a sentire i suoni e i profumi della natura

In un’intervista pubblicata sul periodico .eco, è il mensile italiano di riferimento per l’educazione ambientale, confermiamo che, augurandoci la fine dell’emergenza sanitaria il prima possibile, oppure inventando nuove modalità organizzative, il nostro lavoro in futuro non potrà che essere quello di continuare a colmare la distanza fra i bambini e la natura, accentuata dell’emergenza Covid-19 e già ricordata da pedagogisti e neuropsichiatri  che parlano di un vero e proprio “deficit di natura” in atto da tempo.

Oltre al benessere fisico legato all’attività motoria, vivendo in spazi aperti i bambini apprendono in modo spontaneo e naturale, sono invitati ad esplorare attraverso un approccio multisensoriale, possono toccare, odorare, sentire, osservare la natura, gli animali e le loro tracce, le piante. Anche e soprattutto attraverso il gioco, l’attività principale attraverso cui conoscono il mondo, costruiscono relazioni con altri, si mettono alla prova divertendosi e rapportandosi con rispetto verso la natura e gli altri. In natura i bambini apprendono il loro essere parte di un sistema globale nel quale tutti gli esseri viventi e non viventi s’influenzano reciprocamente. Infine, un bosco, un prato, una siepe, un giardino, uno stagno, un fiume, ecc. non hanno la struttura di una stanza o di un computer, sono ambienti naturali complessi soggetti a continui cambiamenti, che solo stando all’aperto si possono percepire e vivere con i tempi propri del mondo naturale.

C’è una differenza abissale fra il mostrare una foglia attraverso i pixel di un monitor e mettere in mano una foglia a un bambino in un bosco. Ed è molto diverso ascoltare i tanti canti degli uccelli nel bosco rispetto al freddo ascolto di un suono isolato uscito dagli auricolari di un computer. Per non parlare del profumo dei fiori o dell’erba, del fruscio dei rami scossi dal vento, dei colori delle stagioni, delle ombre e delle luci, dello scorrere dell’acqua nei fiumi e nei ruscelli».

L’intervista completa si può leggere qui

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