Parco Monte Barro promozione del patrimonio ambientale e culturale a cura della Società Cooperativa Sociale Eliante Onlus

News/EventiGli appuntamenti con la storia della rassegna In viaggio nel tempo

Gli appuntamenti con la storia della rassegna In viaggio nel tempo

Sabato 9 aprile il primo appuntamento

Al Museo Archeologico del Barro riprende l’attività di accoglienza dei visitatori e degli appassionati della storia antica, con un ciclo di incontri pubblici destinati a fare conoscere altre realtà locali dove sono stati fatti importanti ritrovamenti archeologici di epoca altomedievale, coevi quindi con l’insediamento di Monte Barro. Gli incontri, inseriti nella rassegna In viaggio nel tempo,  vertono su alcuni siti archeologici indagati recentemente, nell’intento di valorizzarne il significato storico in rapporto con il territorio nel quale si inseriscono e che ci aiutano a meglio inquadrare in un periodo di vicende complesse e non molto conosciute. Oltre alla presentazione dei ritrovamenti, di strutture edilizie e di oggetti, si coglierà anche l’occasione per riflettere anche sulla tutela dei siti archeologici e sulle modalità di valorizzazione e comunicazione al pubblico degli stessi.

La sede degli incontri, presso il Museo Archeologico del Barro, a Galbiate, in località Eremo, e l’orario pomeridiano offrono la possibilità ai partecipanti di associare alla partecipazione una visita autonoma all’area archeologica dei Piani di Barra e al Museo stesso, nonché volendo di prolungare la permanenza e godere il tramonto dalla terrazza panoramica dell’Eremo. 

La partecipazione è libera e gratuita. Sarà necessario il Green Pass. Sarà necessario indossare la mascherina.

 

 

 

 

 

PROGRAMMA

                         

Sabato 9 aprile, ore 16.30, Museo Archeologico del Barro

Marco Sannazaro, docente di Archeologia Cristiana e Medievale all’Università Cattolica di Milano, e Stefania De Francesco della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia

Lo stato delle ricerche nella Basilica di S. Pietro al Monte di Civate

Nel 2012 la parrocchia dei SS. Vito e Modesto di Civate e l’Associazione Amici di San Pietro al Monte hanno promosso un progetto di valorizzazione e apertura al pubblico della cripta altomedievale di S. Pietro al Monte, individuata nel corso dei restauri di fine Ottocento, quindi interrata e di nuovo riportata in luce nel 1993. L’iniziativa ha consentito di effettuare alcuni interventi di verifica archeologica curati dalla Soprintendenza Archeologia della Lombardia e di varare, in collaborazione con la Cattedra di Archeologia Cristiana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, un più ampio programma di revisione complessiva delle diverse indagini archeologiche che a più riprese hanno interessato il complesso monastico e di pubblicazione di reperti rimasti inediti, attinenti la fase altomedievale del sito, ma anche quelle successive.

Grazie a un contributo della Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus e a una raccolta fondi istituita nell’ambito del Fondo della Comunità di Civate è prossima la pubblicazione di un volume curato da Stefania De Francesco, Marco Sannazaro e Roberto Spreafico che presenterà i risultati di quelle ricerche. La conferenza offre alcune anticipazioni dei suoi contenuti.

                                                                                                                                                                        

Sabato 30 aprile, ore 16.30, Museo Archeologico del Barro

Leonardo De Vanna e Mauro Vassena (archeologi professionisti e responsabili degli scavi di Castelseprio per l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)

Ritrovamenti di epoca gota e longobarda a Castelseprio

Inserito in una cornice boschiva, il Parco Archeologico di Castelseprio comprende i resti del castrum realizzato nel V sec. d.C. con un circuito murario che raggiunge a fondovalle l’avamposto di Torba; entro le mura le rovine delle chiese di S.Giovanni, col suo Battistero, e S.Paolo; all’esterno la chiesa di S.Maria foris portas che conserva una serie di affreschi di grandissima importanza e i resti del Borgo; infine l’Antiquarium, con i reperti provenienti dagli scavi effettuati. Castelseprio, dal 2011, è patrimonio UNESCO insieme ad altri siti e monumenti nel sito seriale “I Longobardi in Italia- I luoghi del potere (568-774 d.C.)”

Il Parco ospita attività di indagine archeologica e di scavo didattico promossi dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Quest’ultima, in accordo con la SABAP per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, il Comune di Castelseprio e la Fondazione Comunitaria del Varesotto, ha attivato anche progetti di valorizzazione, con l’obiettivo è quello di comunicare e promuovere l’attività di ricerca che si svolge nell’area nonché l’altissimo valore storico e archeologico di questo sito di straordinaria bellezza. 

In particolare dei ritrovamenti nell’area della cosiddetta “casa medievale” (già indagata nella sua fase finale di utilizzo databile al XIII secolo), dove nelle ultime campagne di scavo sono emerse due fasi di insediamento più antiche, rispettivamente di epoca longobarda (VII secolo) e di epoca gota (VI secolo) parleranno i responsabili del cantiere.

Si potrà seguire la conferenza anche a distanza, su piattaforma zoom, CLICCANDO QUI e attendendo di essere ammessi dall'operatore.

 

Sabato 11 giugno, ore 16.30, Museo Archeologico del Barro

Marina Uboldi , direttrice del cantiere e direttrice del MAB

L’insediamento sul Monte S. Martino di Lecco, ricordi di scavo e scoperte ancora uniche

Lo scavo effettuato negli anni ’90 sui Pizzetti del Monte S. Martino, che sovrasta a nord la città di Lecco, è stato un po’ dimenticato, tanto che il sito attualmente versa in condizioni di abbandono e i resti riportati alla luce sono stati rioccupati dalla vegetazione. Il contesto individuato è però particolarmente interessante, costituito da un nucleo di case, costruite adattando la tecnica edilizia di tradizione romana ad una situazione logisticamente disagevole, ma strategica, scelta quasi sicuramente per necessità militari o di controllo dei percorsi viari.  La presenza di oggetti di un certo pregio (recipienti in ceramica, pietra ollare e vetro), alcuni con caratteristiche poco comuni, testimonia l’importanza di questo insediamento. Ripercorreremo le vicende della sua scoperta e cercheremo di chiarirne la funzione anche alla luce di nuove conoscenze.

 

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